sabato 17 aprile 2010

Molto spesso studiando Hegel il vecchio si parla della sua dialettica e dell'Aufhebung, tuttavia in una maniera altamente astratta.Hegel è sicuramente un autore che raggiunge alti picchi di teoresi e alcuni suoi passaggi non hanno eguali per difficoltà in tutta la storia del pensiero.Un pensatore complicato,tuttavia ritengo da quel poco che ho compreso e letto che sia estremamente concreto.La difficoltà di letture delle sue opere non deve portare alla conclusione che "parli di aria fritta"piuttosto mi sembra cerchi di rigorizzare l'andamento del reale,quindi di qualcosa che è concreto,che è sotto gli occhi.Raramente lo sentiamo dire:postuliamo,ammettiamo,immaginiamo...Hegel non cerca di giungere ad una meta mediato dalla ragione,ma descrive mediato dalla ragione:come se la ragione fosse quello strumento in grado di mostrare luminosamente quello che già c'è.
Detto ciò ho tentato di rendere l'aufhebung concerto contestualizzandolo nel nostro pensiero di contemporanei.Sottolineo che questo non vuol dire che la dialettica Hegeliana è una verità indubitabile,il dibattito filosofico su essa è sterminto.Ho letto recentemente un saggio,se non sbaglio,dell' eminente Severino in cui la fa a pezzi,ma camminando proprio sulle sue rovine,mentre un gruppo di analitici inglesi la lodava e la riteneva addirittura fondamento della logica generale.Il dibattito è quindi ancora molto sentito e non sarà il mio pro o contro a cambiarlo o influenzarlo.
Diciamo quindi che il ruolo di questa riflessione è questo:"Se Hegel vivesse ora potrebbe fare questi esempi per spiegare la sua dialettica".

L'Evidenza Dell' Aufhebung

Nell'introduzione della “Scienza della Logica” di Hegel si trova questa affermazione:
Nessuna esposizione può valere come scientifica, la quale non segua l'andamento di questo metodo e non si uniformi al suo semplice ritmo, poiché è l'andamento della cosa stessa1.
Ciò significa che qualsiasi trattazione per essere vera, consistente, oggettiva, Hegel dice scientifica appunto, deve fondarsi su un preciso metodo. Un metodo che immane nella realtà, che è il ritmo di tutte le cose stesse. Tale metodo è denominato dialettica Hegeliana e ha il suo fulcro nel concetto di negazione, che Kant aveva già iniziato ad esprimere in alcuni scritti precritici:
Che infatti le quantità negative non sono negazioni di quantità, come la similarità nella terminologia gli ha potuto far supporre, bensì qualcosa che in se stessa è effettivamente positiva e soltanto contrapposta ad un'altra cosa.2
Hegel recepisce e approva l'insegnamento, infatti scrive nella “Scienza della Logica”:
L'unico punto, per ottenere il progresso scientifico,-e intorno alla cui semplicissima intelligenza bisogna essenzialmente adoprarsi,-è la conoscenza di questa proposizione logica, che il negativo è insieme anche positivo, ossia che quella che si contraddice non si risolve nello zero, nel nulla astratto,ma si risolve essenzialmente solo nella negazione del suo contenuto particolare, vale a dire che una tale negazione non è una negazione qualunque,ma la negazione di quella cosa determinata, ed è perciò negazione determinata.
In generale, si può dire che il filosofo crede nell'esistenza di un metodo, basato sulla forza del negativo, che immane in ogni cosa. Per verificare se effettivamente questo metodo si applica e sostiene la realtà, prenderemo in considerazione vari esempi e indagheremo se essi possono essere letti dialetticamente e se la doppia negazione di un concetto affermato porta realmente un arricchimento e non una nullificazione.
1)Inizialmente ogni singolo individuo si trova in una situazione di celibato, successivamente sposandosi egli passa dalla affermazione del celibato alla sua negazione. Infine, alla morte di uno dei due coniugi, alla negazione dell'originario concetto si contrappone un'altra negazione.
2)Tra il VIII-VI secolo a.c, Roma era governata da monarchi, tuttavia nel VI secolo a.c con l'apertura della fase repubblicana al governo di uno, il rex, si oppose l'opposto governo di molti, i senatori. Successivamente, con la fase imperiale, si assiste ad una negazione della negazione originaria del potere monarchico.
3)Ammettiamo che il mondo esista certamente e che sopraggiunga l'apocalisse. Avremmo un momento affermativo in cui si potrebbe dire che il mondo è, un momento negativo in cui si direbbe che il mondo non è più e in conclusione, ipotizzando un nuovo Big Bang o il giungere in un mondo religioso, abbiamo un ultimo momento costituito dalla doppia negazione: il terzo momento.
I tre precedenti esempi si snodano in tre archi temporali: presente, passato e futuro, mostrando come la dialettica possa essere applicata ed esemplificata in ogni tempo. Tuttavia non mostrano la sola immanenza in ogni situazione del metodo, ma confermano l'ipotesi che l'affermazione si capovolge nella negazione e che entrambi i concetti, rispettando la loro diversità, si risolvono nel momento speculativo; arricchendo il concetto iniziale. Infatti, è vero che alla morte di uno dei due coniugi l'altro torna a essere solo, come precedentemente, ma arricchito o impoverito dalle esperienze matrimoniali. Allo stesso modo si può dire che il governo di Roma era comunque nelle mani di uno solo, fosse re o imperatore, ma Romolo, a differenza di Nerone, non doveva preoccuparsi di mantenere cordiali rapporti con un senato. Ugualmente diremo che un mondo che succede a questo è differente da quello precedentemente costituito, per il semplice fatto che di mezzo ci siamo stati noi che siamo morti e che ora non abitiamo più quel mondo.
Sembrerebbe che il permanere nel dileguare dell' Aufhebung sia riscontrabile, validamente, nella dimensione ontologica e che in questa dimensione porti un reale arricchimento del concetto alla fine dei tre movimenti. A questo punto non resta che verificare se il metodo Hegeliano sia valido anche nelle dimensioni epistemiche e sintattiche, quindi relative alla conoscenza e al linguaggio.
4)Io da principio ignoro il pensiero di Hegel, consecutivamente qualcuno mi informa che il pensiero del filosofo è riassumibile nella sua frase:”Cogito, ergo sum”. In ultima istanza vengo a scoprire che quella frase è di Cartesio. Ad un primo momento affermativo di ignoranza si contrappone un secondo momento di negazione di ignoranza e infine il terzo movimento nega la negazione del non sapere.
5)La regola della logica intuizionistica della doppia negazione(¬i) si deriva nel seguente modo:
X ˫ α Ipotesi
X¬α ˫ α Rafforzamento Premesse
¬α ˫¬α Assunzione
X ˫ ¬¬α Negazione minimale

X˫ α
––––––– Regola (¬i)
X ˫ ¬¬α


Il che equivale a dire che è indifferente scrivere α o ¬¬α .
Tuttavia alcune logiche dialettiche hanno rifiutato l'adozione di questa regola, in quanto appellandosi al principio di Aufhebung di Hegel hanno dimostrato che il concetto negato doppiamente contiene qualcosa di maggiore della semplice affermazione.
6)Sintatticamente si può scrivere bello e ad esso si può oppore la scrittura: non-bello. Infine possiamo anche scrivere non non-bello. L'ultima parola è rafforzativa rispetto alla semplice affermazione di bello, poiché la parola designa che qualcosa è bello e nello stesso tempo non è brutto.
Dati gli esempi sembra che la dialettica Hegeliana sia applicabile anche nel campo del linguaggio e nel campo della conoscenza, inoltre il momento speculativo o positivamente razionale dinamizza nuovamente il concetto. Infatti, nel primo caso, io ritorno in uno stato di ignoranza, ma consapevole che almeno il pensiero di Hegel non sarà configurabile con la frase di Cartesio. Similarmente, nell' esempio logico, giungo alla consapevolezza, o per lo meno al dubbio, che non si possa scrivere indifferentemente α o ¬¬α . Analogamente la parola non non bello, affermando in unità la bellezza ed il toglimento della differente non bellezza, risulta essere più rafforzativo che scrivere semplicemente bello.
Dunque è soltanto la negazione che si toglie dalla negazione[...]
Soltanto il potere del negativo rende qualsiasi concetto dinamico, quindi solo comprendendo il metodo in cui si manifesta si può comprendere: il semplice ritmo di ogni cosa, poiché è l'andamento della cosa stessa.
Metodo fluido e continuo che diventa il circolo,la linea che ha raggiunto se stessa,che è chiusa e intieramente presente, senza punto iniziale né fine.
Si conclude dicendo che si sono usati esempi al fine di cercare di risolvere un problema: l' applicabilità del metodo dialettico. Tuttavia lo stesso Hegel ne mostra l'immanenza, ci porta un esempio appunto, in tutto lo snodarsi della Dottrina dell'essere, dell'essenza e del concetto3 . Quindi possiamo dire che ciò che questa trattazione ha cercato di fare è mostrare l'evidenza di una parte della logica Hegeliana di-sciogliendola in esempi comuni, comprensibili all' uomo contemporaneo.